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society6The Society è un film che vive di attesa. Un film in cui ogni elemento della prima ora di pellicola (gli incubi del giovane protagonista, le misteriose morti dei ragazzi che lo circondano, gli atteggiamenti sospetti dei familiari e del vicinato) è preparazione a un finale catartico, indimenticabile.

Non si può infatti non partire dalla fine con The Society: un film che è una critica spietata all’ America Reaganiana (l’horror, non bisogna mai dimenticarlo, è il genere più “politico” che esista) e ai valori su cui un certo tipo di borghesia americana si  è da sempre fondata: tutti i ricchi, i capitalisti, tutti coloro che sono interessati solo al denaro, alle apparenze, si trasformano al termine del film in mostri che “succhiano” e divorano i più deboli (e quindi che “sfruttano” le classi minori, il proletariato) in un’orgia di mutazioni che ha pochi eguali nella storia del cinema, sia per come è girata, sia per il livello di esasperazione che fa raggiungere allo spettatore, costretto all’assistere agli orrori messi in pratica dai mostri del film. E si faccia attenzione: si tratta di mostri, non di alieni: perché queste sono creature partorite dal nostro mondo, dalla nostra “società”, appunto:  sono come noi. O, forse, siamo proprio noi.

Un film a suo modo straordinario, girato benissimo e ricco anche di momenti ironici (il padre del protagonista, durante una delle sue mutazioni, si mette la testa al posto dell’ano, e dice al figlio “avevi ragione, ho davvero una faccia da culo!”), oltre che visivamente intrigante e disturbante.

Yuzna, qui al suo primo lavoro da regista, aveva già prodotto diversi film di Stuart Gordon (tra cui Re-Animator e From Beyond), e dimostrerà col tempo di avere un gran fiuto come produttore (dirigerà la Fantastic Factory, costola “fantastica” della Filmax International, casa di produzione spagnola che ha scoperto, tra gli altri, i vari Paco Plaza e Jaume Balguerò); come regista non tornerà mai ai vertici di The Society, anche se dirigerà comunque negli  anni dei buoni horror, come il disturbante The Dentist, o fumettoni splatter come Faust, a mio parere molto meno riuscito. Come Gordon, cadrà nel dimenticatoio per diversi anni, ma al contrario del suo “collega” non godrà di alcuna riscoperta in tempi recenti, legando per sempre il suo nome al suo primo film (e capolavoro assoluto) The Society.